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M’Cheyne Bible Reading Plan

The classic M'Cheyne plan--read the Old Testament, New Testament, and Psalms or Gospels every day.
Duration: 365 days
Nuova Riveduta 1994 (NR1994)
Version
Esodo 13

Consacrazione dei primogeniti al Signore

13 (A)Il Signore disse a *Mosè: «Consacrami ogni primogenito[a] tra i figli d'*Israele, ogni primo parto, sia tra gli uomini, sia tra gli animali: esso appartiene a me».

Mosè disse al popolo: «Ricordate questo giorno, nel quale siete usciti dall'Egitto, dalla casa di schiavitú; perché il Signore vi ha fatti uscire di là, con mano potente; non si mangi pane lievitato. Voi uscite oggi, nel mese di Abib[b]. Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese dei *Cananei, degli Ittiti, degli *Amorei, degli Ivvei e dei Gebusei, che giurò ai tuoi padri di darti, paese dove scorre il latte e il miele, compi questo rito in questo mese. Per sette giorni mangia *pane azzimo; il settimo giorno sarà una *festa al Signore. Si mangi pane azzimo per sette giorni e non si veda pane lievitato presso di te, né si veda lievito presso di te, in tutto il tuo territorio. In quel giorno tu spiegherai questo a tuo figlio, dicendo: “Si fa cosí a motivo di quello che il Signore fece per me quando uscii dall'Egitto”. Ciò sarà per te come un segno sulla tua mano, come un ricordo fra i tuoi occhi, affinché la legge del Signore sia nella tua bocca; poiché il Signore ti ha fatto uscire dall'Egitto con mano potente. 10 Osserva dunque questo decreto, al tempo fissato, di anno in anno.

11 Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese dei Cananei, come giurò a te e ai tuoi padri, e te lo avrà dato, 12 consacra al Signore ogni primogenito e ogni primo parto del tuo bestiame. I maschi saranno del Signore. 13 Ma riscatta ogni primo parto dell'asino con un agnello; se non lo vuoi riscattare, spezzagli il collo. Riscatta anche ogni primogenito di uomo fra i tuoi figli. 14 Quando, in avvenire, tuo figlio ti interrogherà, dicendo: “Che significa questo?”, tu gli risponderai: “Il Signore ci fece uscire dall'Egitto, dalla casa di schiavitú, con mano potente; 15 e quando il *faraone si ostinò a non lasciarci andare, il Signore uccise tutti i primogeniti nel paese d'Egitto, tanto i primogeniti degli uomini quanto i primogeniti degli animali. Perciò io sacrifico al Signore ogni primo parto maschio, ma riscatto ogni primogenito dei miei figli”. 16 Ciò sarà come un segno sulla tua mano e come un ricordo fra i tuoi occhi, poiché il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto con mano potente».

In marcia verso il mar Rosso

17 (B)Quando il faraone ebbe lasciato andare il popolo, Dio non lo condusse per la via del paese dei *Filistei, benché fosse vicina, poiché Dio disse: «Bisogna evitare che il popolo, di fronte a una guerra, si penta e torni in Egitto». 18 Dio fece fare al popolo un giro per la via del deserto, verso il mar Rosso. I figli d'Israele partirono armati dal paese d'Egitto. 19 Mosè prese con sé le ossa di *Giuseppe; perché questi aveva espressamente fatto giurare ai figli d'Israele, dicendo: «Dio, certamente vi visiterà; allora, porterete con voi le mie ossa da qui».

20 Gli Israeliti, partiti da Succot, si accamparono a Etam, all'estremità del deserto. 21 Il Signore andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte. 22 Egli non allontanava la colonna di nuvola durante il giorno, né la colonna di fuoco durante la notte, dal cospetto del popolo.

Luca 16

Parabola del fattore infedele

16 (A)Gesú diceva ancora ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un fattore, il quale fu accusato davanti a lui di sperperare i suoi beni. Egli lo chiamò e gli disse: “Che cos'è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi piú essere mio fattore”. Il fattore disse fra sé: “Che farò, ora che il padrone mi toglie l'amministrazione? Di zappare non sono capace; di mendicare mi vergogno. So quello che farò, perché qualcuno mi riceva in casa sua quando dovrò lasciare l'amministrazione”. Fece venire uno per uno i debitori del suo padrone, e disse al primo: “Quanto devi al mio padrone?” Quello rispose: “Cento *bati d'olio”. Egli disse: “Prendi la tua scritta, siedi, e scrivi presto: cinquanta”. Poi disse a un altro: “E tu, quanto devi?” Quello rispose: “Cento *cori di grano”. Egli disse: “Prendi la tua scritta, e scrivi: ottanta”. E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono piú avveduti dei figli della luce.

E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne. 10 Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi. 11 Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà quelle vere? 12 E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri? 13 Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona».

Gesú condanna l'avarizia

14 (B)I *farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di lui. 15 Ed egli disse loro: «Voi vi proclamate giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio.

16 La legge e i *profeti hanno durato fino a *Giovanni; da quel tempo è annunziata la buona notizia del regno di Dio, e ciascuno vi entra a forza. 17 È piú facile che passino cielo e terra, anziché cada un solo apice[a] della legge.

Il ripudio

18 (C)«Chiunque manda via la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.

Il ricco e Lazzaro

19 (D)«C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato *Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morí e fu portato dagli angeli nel seno di *Abraamo[b]; morí anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades[c], essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: “Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma”. 25 Ma Abraamo disse: “Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi”. 27 Ed egli disse: “Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento”. 29 Abraamo disse: “Hanno *Mosè e i profeti; ascoltino quelli”. 30 Ed egli: “No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno”. 31 Abraamo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita”».

Giobbe 31

Conclusione di Giobbe: non ha nulla da rimproverarsi

31 (A)«Io avevo stretto un patto con
i miei occhi;
io non avrei fissato lo sguardo sopra
una vergine.

Che parte mi avrebbe assegnato Dio dall'alto,
quale eredità mi avrebbe data
l'Onnipotente dai luoghi eccelsi?

La sventura non è forse per
il perverso,
e le sciagure per quelli che fanno il male?

Dio non vede forse le mie vie?
Non conta tutti i miei passi?

Se ho camminato insieme alla
menzogna,
se il piede mio si è affrettato dietro alla frode

(Dio mi pesi con bilancia giusta
e riconoscerà la mia integrità),

se i miei passi hanno deviato dalla retta via,
se il mio cuore è andato dietro ai miei occhi,
se qualche sozzura mi si è attaccata alle mani,

che io semini e un altro mangi,
e quanto è cresciuto nei miei campi sia sradicato!

Se il mio cuore si è lasciato sedurre da una donna,
se ho spiato la porta del mio prossimo,

10 che mia moglie giri la *macina
a un altro,
e che altri abusino di lei!

11 Poiché quella sarebbe una
scelleratezza,
un misfatto punito dai giudici,

12 un fuoco che consuma fino
a perdizione,
e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.

13 Se ho disconosciuto il diritto del
mio servo e della mia serva,
quando erano in lite con me,

14 che farei quando Dio si alzasse per giudicarmi,
e che risponderei quando mi
esaminasse?

15 Chi fece me nel grembo di mia
madre non fece anche lui?
Non ci ha formati nel grembo materno uno stesso Dio?

16 Se ho rifiutato ai poveri quanto
desideravano,
se ho fatto languire gli occhi della
vedova,

17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane
senza che l'orfano ne mangiasse la sua parte,

18 io che fin da giovane l'ho allevato come un padre,
io che fin dal grembo di mia madre
sono stato guida alla vedova,

19 se ho visto uno soffrire per
mancanza di vesti
o il povero senza una coperta,

20 se non mi hanno benedetto i suoi
fianchi,
ed egli non si è riscaldato con la lana dei miei agnelli,

21 se ho alzato la mano contro l'orfano
perché mi sapevo sostenuto alla *porta della città,

22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura,
il mio braccio si spezzi e cada!

23 In effetti mi spaventava il castigo
di Dio,
ero trattenuto dalla maestà di lui.

24 Se ho riposto la mia fiducia
nell'oro,
se all'oro fino ho detto: “Tu sei la mia speranza”,

25 se mi sono rallegrato che le mie
ricchezze fossero grandi
e la mia mano avesse molto
accumulato,

26 se, contemplando il sole che
risplendeva
e la luna che procedeva lucente nella sua corsa,

27 il mio cuore, in segreto, si è lasciato sedurre
e la mia bocca ha posato un bacio
sulla mano[a]

28 (misfatto anche questo punito
dai giudici,
perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassú),

29 se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico
e ho esultato quando gli è piombata
la sventura

30 (io che non ho permesso alle mie
labbra di peccare
chiedendo la sua morte con
imprecazione),

31 se la gente della mia tenda non
ha detto:
“Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32 (Lo straniero non passava la notte fuori;
le mie porte erano aperte al
viandante),

33 se, come fanno gli uomini,
ho coperto i miei errori
celando nel petto la mia *iniquità,

34 perché avevo paura della folla
e del disprezzo delle famiglie,
al punto da starmene tranquillo e non uscir di casa…

35 Oh, avessi pure chi m'ascoltasse!
Ecco qua la mia firma!
L'Onnipotente mi risponda!
Scriva l'avversario mio la sua querela

36 e io la porterò attaccata alla mia
spalla,
me la cingerò come un diadema.

37 Gli renderò conto di tutti i miei
passi,
a lui mi avvicinerò come un principe!

38 Se la mia terra mi grida contro,
se tutti i suoi solchi piangono,

39 se ne ho mangiato il frutto senza
pagarla,
se ho fatto sospirare chi la coltivava,

40 che invece di grano mi nascano
spine,
invece d'orzo mi crescano zizzanie!»
Qui finiscono i discorsi di *Giobbe.

2 Corinzi 1

Indirizzo e saluti(A)

(B)*Paolo, *apostolo di Cristo Gesú per volontà di Dio, e il fratello *Timoteo, alla chiesa di Dio che è in *Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l'Acaia, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesú Cristo.

Sofferenza e conforto di Paolo

(C)Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesú Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, cosí, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione.

Fratelli, non vogliamo che ignoriate riguardo all'afflizione che ci colse in *Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti. 10 Egli ci ha liberati e ci libererà[a] [da un cosí gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà] ancora. 11 Cooperate anche voi con la preghiera, affinché per il favore divino[b] che noi otterremo per mezzo della preghiera di molte persone, siano rese grazie da molti per noi.

Sincerità di Paolo

12 (D)Questo, infatti, è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e specialmente verso di voi, con la semplicità e la sincerità di Dio[c], non con sapienza carnale ma con la grazia di Dio. 13 Poiché non vi scriviamo altro se non quello che potete leggere e comprendere; e spero che sino alla fine capirete, 14 come in parte avete già capito, che noi siamo il vostro vanto, come anche voi sarete il nostro nel *giorno del nostro Signore Gesú.

15 Con questa fiducia, per procurarvi un duplice beneficio, volevo venire prima da voi 16 e, passando da voi, volevo andare in Macedonia; poi dalla Macedonia ritornare in mezzo a voi e voi mi avreste fatto proseguire per la *Giudea. 17 Prendendo dunque questa decisione ho forse agito con leggerezza? Oppure le mie decisioni sono dettate dalla carne, in modo che in me ci sia allo stesso tempo il «sí, sí» e il «no, no»? 18 Or come è vero che Dio è fedele, la parola che vi abbiamo rivolta non è «sí» e «no». 19 Perché il *Figlio di Dio, Cristo Gesú, che è stato da noi predicato fra voi, cioè da me, da *Silvano e da *Timoteo, non è stato «sí» e «no»; ma è sempre stato «sí» in lui. 20 Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro «sí» in lui; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l'Amen alla gloria di Dio. 21 Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio; 22 egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori.

Tristezza e gioia di Paolo

23 (E)Ora io chiamo Dio come testimone sulla mia vita che è per risparmiarvi che non sono piú venuto a Corinto. 24 Noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perché nella fede già state saldi.

Nuova Riveduta 1994 (NR1994)

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