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Old/New Testament

Each day includes a passage from both the Old Testament and New Testament.
Duration: 365 days
Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
Version
Giobbe 28-29

4. ELOGIO DELLA SAPIENZA

La sapienza inaccessibile all'uomo

28 Certo, per l'argento vi sono miniere
e per l'oro luoghi dove esso si raffina.
Il ferro si cava dal suolo
e la pietra fusa libera il rame.
L'uomo pone un termine alle tenebre
e fruga fino all'estremo limite
le rocce nel buio più fondo.
Forano pozzi lungi dall'abitato
coloro che perdono l'uso dei piedi:
pendono sospesi lontano dalla gente e vacillano.
Una terra, da cui si trae pane,
di sotto è sconvolta come dal fuoco.
Le sue pietre contengono zaffiri
e oro la sua polvere.
L'uccello rapace ne ignora il sentiero,
non lo scorge neppure l'occhio dell'aquila,
non battuto da bestie feroci,
né mai attraversato dal leopardo.
Contro la selce l'uomo porta la mano,
sconvolge le montagne:
10 nelle rocce scava gallerie
e su quanto è prezioso posa l'occhio:
11 scandaglia il fondo dei fiumi
e quel che vi è nascosto porta alla luce.
12 Ma la sapienza da dove si trae?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?
13 L'uomo non ne conosce la via,
essa non si trova sulla terra dei viventi.
14 L'abisso dice: «Non è in me!»
e il mare dice: «Neppure presso di me!».
15 Non si scambia con l'oro più scelto,
né per comprarla si pesa l'argento.
16 Non si acquista con l'oro di Ofir,
con il prezioso berillo o con lo zaffiro.
17 Non la pareggia l'oro e il cristallo,
né si permuta con vasi di oro puro.
18 Coralli e perle non meritano menzione,
vale più scoprire la sapienza che le gemme.
19 Non la eguaglia il topazio d'Etiopia;
con l'oro puro non si può scambiare a peso.
20 Ma da dove viene la sapienza?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?
21 E' nascosta agli occhi di ogni vivente
ed è ignota agli uccelli del cielo.
22 L'abisso e la morte dicono:
«Con gli orecchi ne udimmo la fama».
23 Dio solo ne conosce la via,
lui solo sa dove si trovi,
24 perché volge lo sguardo
fino alle estremità della terra,
vede quanto è sotto la volta del cielo.
25 Quando diede al vento un peso
e ordinò alle acque entro una misura,
26 quando impose una legge alla pioggia
e una via al lampo dei tuoni;
27 allora la vide e la misurò,
la comprese e la scrutò appieno
28 e disse all'uomo:
«Ecco, temere Dio, questo è sapienza
e schivare il male, questo è intelligenza».

5. CONCLUSIONE DEL DIALOGO

Lamenti e apologia di Giobbe:

A. I giorni passati

29 Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:

Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
com'ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,
quando l'Onnipotente era ancora con me
e i giovani mi stavano attorno;
quando mi lavavo in piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d'olio!
Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:
vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;
i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevan la mano sulla bocca;
10 la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato;
11 con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice,
con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza,
12 perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto,
l'orfano che ne era privo.
13 La benedizione del morente scendeva su di me
e al cuore della vedova infondevo la gioia.
14 Mi ero rivestito di giustizia come di un
vestimento;
come mantello e turbante era la mia equità.
15 Io ero gli occhi per il cieco,
ero i piedi per lo zoppo.
16 Padre io ero per i poveri
ed esaminavo la causa dello sconosciuto;
17 rompevo la mascella al perverso
e dai suoi denti strappavo la preda.
18 Pensavo: «Spirerò nel mio nido
e moltiplicherò come sabbia i miei giorni».
19 La mia radice avrà adito alle acque
e la rugiada cadrà di notte sul mio ramo.
20 La mia gloria sarà sempre nuova
e il mio arco si rinforzerà nella mia mano.
21 Mi ascoltavano in attesa fiduciosa
e tacevano per udire il mio consiglio.
22 Dopo le mie parole non replicavano
e su di loro scendevano goccia a goccia i miei detti.
23 Mi attendevano come si attende la pioggia
e aprivano la bocca come ad acqua primaverile.
24 Se a loro sorridevo, non osavano crederlo,
né turbavano la serenità del mio volto.
25 Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo,
e vi rimanevo come un re fra i soldati
o come un consolatore d'afflitti.

Atti 13:1-25

III. LA MISSIONE DI BARNABA E DI PAOLO IL CONCILIO DI GERUSALEMME

L'invio in missione

13 C'erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

A Cipro, il mago Elimas

Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante. Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus, al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Barnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio. Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede. Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse: 10 «O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore? 11 Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole». Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano. 12 Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

Arrivo ad Antiochia di Pisidia

13 Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. 14 Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiochia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero. 15 Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!».

La predicazione di Paolo davanti ai Giudei

16 Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: «Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. 17 Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 18 Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto, 19 distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità quelle terre, 20 per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele. 21 Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. 22 E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri.

23 Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. 24 Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele. 25 Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.