M’Cheyne Bible Reading Plan
24 Abrahamo era ormai vecchio e di età avanzata; e l'Eterno aveva benedetto Abrahamo in ogni cosa.
2 E Abrahamo disse al servo piú anziano di casa sua che aveva il governo su tutti i suoi beni: «Deh, metti la tua mano sotto la mia coscia;
3 e io ti farò giurare per l'Eterno, il DIO dei cieli e il DIO della terra, che tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro;
4 ma andrai al mio paese e al mio parentado a prendere una moglie per mio figlio, per Isacco».
5 Il servo gli rispose: «Forse quella donna non sarà disposta a seguirmi in questo paese; dovrò io allora riportare tuo figlio nel paese da cui tu sei uscito?».
6 Allora Abrahamo gli disse: «Guardati dal riportare là mio figlio!
7 L'Eterno, il DIO dei cieli, che mi trasse dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, e mi parlò e mi giurò dicendo: «Io darò questo paese alla tua discendenza, egli manderà il suo angelo davanti a te, e tu prenderai di là una moglie per mio figlio.
8 E se la donna non sarà disposta a seguirti, allora sarai sciolto da questo giuramento a me fatto; soltanto non riportare là mio figlio».
9 Così il servo pose la mano sotto la coscia di Abrahamo suo signore e fece a lui giuramento in merito a questo problema.
10 Poi il servo prese dieci cammelli fra i cammelli del suo signore e partì, parlando con sé ogni sorta di beni del suo signore. Egli si mise in viaggio e andò in Mesopotamia, alla città di Nahor.
11 E fece inginocchiare i cammelli fuori della città presso un pozzo d'acqua, verso sera, all'ora in cui le donne escono ad attingere l'acqua, e disse:
12 «O Eterno, DIO del mio signore Abrahamo, ti prego, fa' che quest'oggi possa fare un felice incontro, e usa benignità verso Abrahamo mio signore!
13 Ecco, io sto presso questa fonte d'acqua, mentre le figlie degli abitanti della città escono ad attingere acqua.
14 Fa' che la fanciulla alla quale dirò: "Deh, abbassa la tua brocca perché io beva", e che mi risponderà: "Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli", sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco. Da questo comprenderò che tu hai usato benignità verso il mio signore».
15 Egli non aveva ancora finito di parlare, quando ecco uscire con la sua brocca sulla spalla Rebecca, figlia di Bethuel, figlio di Milkah, moglie di Nahor, fratello di Abrahamo.
16 La Fanciulla era molto bella d'aspetto, vergine, e nessun uomo l'aveva mai conosciuta. Ella scese alla fonte, riempì la sua brocca, e risalì.
17 Allora il servo le corse incontro e le disse: «Deh, lasciami bere un po' d'acqua dalla tua brocca».
18 Ella rispose: «Bevi, signor mio»; poi si affrettò a calare la brocca sulla mano, e gli diede da bere.
19 Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Attingerò acqua anche per i tuoi cammelli, finché abbiano bevuto a sufficienza».
20 In fretta vuotò la sua brocca nell'abbeveratoio, corse di nuovo alla fonte ad attingere acqua e ne attinse per tutti i cammelli di lui.
21 Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, per sapere se l'Eterno avesse o no fatto prosperare il suo viaggio.
22 Quando i cammelli ebbero finito di bere, l'uomo prese un anello d'oro per il naso del peso di mezzo siclo e due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro per i polsi di lei, e disse:
23 Di chi sei figlia? Dimmelo, per favore. C'è posto per noi in casa di tuo padre per passare la notte?».
24 Ella rispose: «Io sono figlia di Bethuel figlio di Milkah, che ella partorì a Nahor».
25 E aggiunse: «Da noi c'è strame e foraggio in quantità e anche posto per passare la notte».
26 Allora l'uomo s'inchinò, adorò l'Eterno e disse:
27 «Benedetto l'Eterno, il DIO di Abrahamo mio signore, che non ha cessato di usare la sua benignità e fedeltà verso il mio signore! Quanto a me, nel viaggio, l'Eterno mi ha guidato alla casa dei fratelli del mio signore».
28 E la fanciulla corse a raccontare queste cose a casa di sua madre.
29 Or Rebecca aveva un fratello chiamato Labano. E Labano corse fuori da quell'uomo alla fonte.
30 Come egli vide l'anello al naso e i braccialetti ai polsi di sua sorella e udì le parole di Rebecca sua sorella che diceva: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da quell'uomo, ed ecco che se ne stava presso ai cammelli, vicino alla fonte.
31 E disse: «Entra, benedetto dall'Eterno! Perché stai fuori? Io ho preparato la casa e un luogo per i cammelli».
32 L'uomo entrò in casa, e Labano scaricò i cammelli diede strame e foraggio ai cammelli e portò acqua per lavare i piedi di lui e i piedi degli uomini che erano con lui.
33 Poi gli fu posto davanti da mangiare; ma egli disse: «Non mangerò finché non abbia fatto la mia ambasciata». L'altro disse: «Parla».
34 Allora egli disse: «Io sono servo di Abrahamo.
35 L'Eterno ha benedetto abbondantemente il mio signore, che è divenuto grande; gli ha dato pecore e buoi, argento e oro, servi e serve, cammelli e asini.
36 Or Sara, moglie del mio signore, ha partorito nella sua vecchiaia un figlio al mio padrone, che ha dato a lui tutto ciò che possiede.
37 E il mio signore mi ha fatto giurare, dicendo: "Non prenderai per mio figlio una moglie tra i figli dei Cananei, nel paese dei quali dimoro;
38 ma andrai alla casa di mio padre e al mio parentado e là prenderai una moglie per mio figlio".
39 Allora io dissi al mio padrone: "Può darsi che la donna non mi voglia seguire".
40 Ma egli rispose: "L'Eterno, davanti al quale ho camminato, manderà il suo angelo con te e farà prosperare il tuo viaggio, e tu prenderai per mio figlio una moglie dal mio parentado e dalla casa di mio padre.
41 Sarai sciolto dal giuramento, fattomi, quando sarai andato dal mio parentado; se poi non vorranno dartela, allora sarai sciolto dal giuramento fattomi".
42 Oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: "O Eterno, DIO del mio signore Abrahamo, se così ti piace, ti prego di far prosperare il viaggio che ho intrapreso;
43 ecco, io mi fermo presso la fonte d'acqua; fa' che la fanciulla che uscirà ad attingere acqua e alla quale dirò: "Deh, lasciami bere un po' d'acqua dalla tua brocca",
44 e che mi dirà: "Bevi pure e ne attingerò anche per i tuoi cammelli", sia la moglie che l'Eterno ha destinato al figlio del mio signore.
45 Prima che io avessi finito di parlare in cuor mio, ecco uscir fuori Rebecca con la sua brocca sulla spalla; ella scese alla fonte e attinse acqua. Allora io le dissi:
46 "Deh, lasciami bere!". Ed ella si affrettò a calare la brocca dalla spalla e rispose: "Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli". Così bevvi io, ed ella diede pure da bere ai cammelli.
47 Allora la interrogai e le dissi: "Di chi sei figlia?". Ella rispose: "Sono figlia di Bethuel, figlio di Nahor, che Milkah gli partorì". Così io le misi l'anello al naso e i braccialetti ai polsi.
48 Poi mi inchinai, adorai l'Eterno e benedissi l'Eterno, il DIO di Abrahamo mio signore, che mi ha condotto per la giusta via a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio signore.
49 E ora, se volete usare benevolenza e fedeltà verso il mio signore, ditemelo; se no, ditemelo lo stesso e io mi volgerò a destra o a sinistra».
50 Allora Labano e Bethuel risposero e dissero: «La cosa procede dall'Eterno; noi non possiamo parlarti né in bene né in male.
51 Ecco, Rebecca è qui davanti a te, prendila, va
52 Quando il servo di Abrahamo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti all'Eterno.
53 Il servo trasse fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; e donò pure delle cose preziose al fratello e alla madre di lei.
54 Poi mangiarono e bevvero, egli e gli uomini che erano con lui, e si fermarono per la notte. Alzatisi al mattino, il servo disse: «Lasciatemi tornare dal mio signore».
55 Il fratello e la madre di Rebecca dissero: «Lascia che la fanciulla rimanga alcuni giorni con noi, almeno una diecina; poi se ne può andare».
56 Ma egli rispose loro: «Non mi trattenete, perché l'Eterno ha fatto prosperare il mio viaggio; lasciatemi partire, affinché io me ne torni dal mio signore».
57 Allora essi dissero: «Chiamiamo la fanciulla e chiediamo a lei stessa».
58 Allora chiamarono Rebecca e le dissero: «Vuoi andare con quest'uomo?». Ella rispose: «Si, andrò».
59 Così lasciarono andare Rebecca loro sorella e la sua balia col servo di Abrahamo e i suoi uomini.
60 E benedissero Rebecca e le dissero: «Sorella nostra, possa tu divenire madre di migliaia di miriadi e possa la tua discendenza possedere la porta dei suoi nemici».
61 Allora Rebecca e le sue serve si levarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Così il servo prese Rebecca e se ne andò.
62 Or Isacco era tornato dal pozzo di Lahai-Roi, perché abitava nella regione del Neghev.
63 Isacco era uscito, sul far della sera, per meditare nella campagna; ed egli alzò gli occhi e guardò, ed ecco venire dei cammelli.
64 Anche Rebecca alzò gli occhi e vide Isacco; allora ella smontò in fretta dal cammello,
65 e disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene nel campo incontro a noi?». Il servo rispose: «E' il mio signore». Allora ella, preso il velo, si coprì.
66 Poi il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto.
67 Isacco introdusse Rebecca nella tenda di Sara sua madre e la prese con sé; ella divenne sua moglie ed egli l'amò. Così Isacco fu consolato dopo la morte di sua madre.
23 Allora Gesú parlò alle folle e ai suoi discepoli,
2 dicendo: «Gli scribi, e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè.
3 Osservate dunque e fate tutte le cose che vi dicono di osservare; ma non fate come essi fanno, poiché dicono ma non fanno.
4 Legano infatti pesi pesanti e difficili da portare, e li mettono sulle spalle degli uomini; ma essi non li vogliono smuovere neppure con un dito.
5 Fanno tutte le loro opere per essere ammirati dagli uomini; allargano le loro filatterie, e allungano le frange dei loro vestiti,
6 Amano i posti d'onore nei conviti e i primi posti nelle sinagoghe,
7 e anche i saluti nelle piazze, e di sentirsi chiamare dagli uomini rabbi, rabbi.
8 Ma voi non fatevi chiamare maestro, perché uno solo è il vostro maestro: Il Cristo, e voi siete tutti fratelli.
9 E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è vostro Padre, colui che è nei cieli.
10 Né fatevi chiamare guida, perché uno solo è la vostra guida: Il Cristo.
11 E il maggiore di voi sia vostro servo,
12 Or chiunque si innalzerà sarà abbassato; e chiunque si abbasserà sarà innalzato,
13 Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; poiché né entrate voi né lasciate entrare coloro che stanno per entrarvi.
14 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché divorate le case delle vedove e per pretesto fate lunghe preghiere; per questo subirete una condanna piú severa.
15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché scorrete il mare e la terra, per fare un proselito e, quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi.
16 Guai a voi, guide cieche, che dite: "se uno ha giurato per il tempio, non è nulla; ma se ha giurato per l'oro del tempio è obbligato".
17 Stolti e ciechi! Perché, cosa è piú grande, l'oro o il tempio che santifica l'oro?
18 "E: se uno ha giurato per l'altare, non è nulla; ma se ha giurato per l'offerta che vi è sopra è obbligato".
19 Stolti e ciechi! Poiché, cosa è piú grande, l'offerta o l'altare che santifica l'offerta?
20 Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per quanto vi è sopra.
21 Chi giura per il tempio, giura per esso e per colui che l'abita.
22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per colui che vi è assiso.
23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché calcolate la decima della menta dell'aneto e del comino, e trascurate le cose piú importanti della legge: il giudizio, la misericordia e la fede, queste cose bisogna praticare senza trascurare le altre.
24 Guide cieche, che colate il moscerino e inghiottite il cammello.
25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché pulite l'esterno della coppa e del piatto, mentre l'interno è pieno di rapina e d'intemperanza.
26 Fariseo cieco! Pulisci prima l'interno della coppa e del piatto, affinché anche l'esterno sia pulito.
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine.
28 Cosí anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché edificate i sepolcri dei profeti e ornate i monumenti dei giusti
30 e dite: "se noi fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro nell'uccisione dei profeti
31 Cosí dicendo, voi testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i profeti.
32 Voi superate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?
34 Perciò, ecco io vi mando dei profeti, dei savi e degli scribi; di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città,
35 affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia che uccideste fra il tempio e l'altare.
36 In verità vi dico che tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
38 Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta.
39 Poiché io vi dico, che da ora in avanti non mi vedrete piú, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"».
13 In quel giorno si lesse alla presenza del popolo il libro di Mosè e vi si trovò scritto che l'Ammonita e i Moabita non dovrebbero mai entrare nell'assemblea di DIO,
2 perché non erano venuti incontro ai figli d'Israele con pane e acqua e perchè avevano assoldato contro di loro Balaam, per maledirli; ma il nostro DIO cambiò la maledizione in benedizione.
3 Come ebbero udito la legge, essi separarono da Israele tutta le gente straniera che si era mescolata a loro.
4 Prima di questo, il sacerdote Eliascib, che era preposto alle camere della casa del nostro DIO ed era imparentato con Tobiah,
5 aveva preparato per costui una grande camera, dove prima riponevano le offerte, l'incenso, gli utensili, la decima del grano, del vino e dell'olio, tutto ciò che spettava per legge ai Leviti, ai cantori, ai portinai, come pure le offerte raccolte per i sacerdoti.
6 Ma durante tutto questo tempo io non ero a Gerusalemme, perché nell'anno trentaduesimo di Artaserse, re di Babilonia, ero tornato presso il re. Un po' di tempo dopo ottenni un congedo dal re
7 e tornai a Gerusalemme; cosí mi resi conto del male che Eliascib aveva fatto per favorire Tobiah, preparando per lui una camera nei cortili della casa di DIO.
8 La cosa mi dispiacque grandemente, e cosí feci gettare fuori dalla camera tutte le masserizie di casa appartenenti a Tobiah;
9 poi ordinai che si purificassero quelle camere e vi feci ricollocare gli utensili della casa di DIO, le offerte e l'incenso.
10 Venni anche a sapere che le porzioni dovute ai Leviti non erano state loro date e che i Leviti e i cantori, che prestavano servizio, erano fuggiti ciascuno alla sua terra.
11 Allora rimproverai i magistrati e dissi loro: «Perché la casa di DIO è stata abbandonata?». Poi li radunai e li ristabilii nel loro ufficio.
12 Tutto Giuda quindi portò nei magazzini le decime a del frumento, del mosto e dell'olio.
13 Affidai la sorveglianza dei magazzini al sacerdote Scelemiah, allo scriba, Tsadok e a Pedaiah, uno dei Leviti; come loro aiutante, scelsi Hanan, figlio di Zakkur, figlio di Mattaniah, perché costoro erano ritenuti uomini fedeli. A loro spettava il compito di fare le ripartizioni tra i loro fratelli.
14 Per questo ricordati di me, o DIO mio, e non cancellare le buone opere che ho fatto per la casa del mio DIO e per la sua custodia.
15 In quei giorni osservai in Giuda alcuni che pigiavano l'uva in giorno di sabato e portavano sacchi di grano, caricandoli sugli asini, assieme a vino, uva, fichi e ogni sorta di fardelli che facevano venire a Gerusalemme, in giorno di sabato; e io li rimproverai a motivo del giorno in cui vendevano i generi alimentari.
16 Inoltre alcuni uomini di Tiro, che risiedevano a Gerusalemme, importavano pesce e ogni genere di mercanzie e le vendevano ai figli di Giuda in giorno di sabato e in Gerusalemme.
17 Allora rimproverai i notabili di Giuda e dissi loro: «Che cos'è questo male che fate profanando il giorno di sabato?
18 Non fecero i nostri padri la stessa cosa? E non fece il nostro DIO cadere su di noi e su questa città tutta questa calamità? Ma voi fate venire maggior ira su Israele, profanando il sabato!».
19 Cosí, appena le porte di Gerusalemme cominciavano ad essere al buio, prima che il sabato cominciasse, io ordinai che le porte fossero chiuse e che non si riaprissero fin dopo il sabato; collocai pure alcuni dei miei servi alle porte, affinché nessun carico entrasse in città durante il sabato.
20 Ma i mercanti e i venditori di ogni genere di mercanzie passarono la notte fuori di Gerusalemme una o due volte.
21 Allora io li rimproverai e dissi loro: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo fate un'altra volta, metterò le mani su di voi». Da quel momento non vennero piú in giorno di sabato.
22 Ordinai pure ai Leviti, che si purificassero e venissero a custodire le porte per santificare il giorno del sabato. Anche per questo ricordati di me, o mio DIO, e abbi pietà di me secondo la grandezza della tua misericordia!
23 In quei giorni vidi pure alcuni Giudei che avevano sposato donne di Ashdod, di Ammon e di Moab;
24 la metà dei loro figli parlava la lingua di Ashdod e non sapeva parlare la lingua giudaica, ma parlava soltanto la lingua di questo o di quel popolo.
25 Allora io li rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli, li feci quindi giurare nel nome di DIO che non avrebbero dato le loro figlie ai figli di costoro e non avrebbero preso le figlie di quelli per i loro figli né per se stessi.
26 E dissi: «Non peccò forse Salomone, re d'Israele, per queste cose? Eppure fra tante nazioni, non ci fu re simile a lui; era amato dal suo DIO, e DIO l'aveva stabilito re su tutto Israele; ma le donne straniere fecero peccare anche lui.
27 Dovremmo dunque udire di voi che commettete questo grande male, che peccate contro il nostro DIO, prendendo mogli straniere?».
28 Uno dei figli di Joiada, figlio di Eliscib, il sommo sacerdote, era genero di Sanballat, lo Horonita; io lo cacciai via da me.
29 Ricordati di loro, o mio DIO, perché hanno contaminato il sacerdozio e il patto del sacerdozio e dei Leviti!
30 Cosí io li purificai da ogni persona straniera e assegnai le mansioni ai sacerdoti e ai Leviti, ciascuno al suo compito.
31 Diedi pure disposizioni circa l'offerta della legna ai tempi stabiliti e circa le primizie. Ricordati di me, o DIO mio, per farmi del bene!
23 Paolo, fissati gli occhi sul sinedrio, disse: «Fratelli, fino a questo giorno, io mi sono comportato davanti a Dio in perfetta buona coscienza».
2 A questo dire il sommo sacerdote Anania ordinò a quelli che gli erano accanto di percuoterlo sulla bocca.
3 Allora Paolo gli disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato. Tu siedi per giudicarmi secondo la legge e, violando la legge, ordini che io sia percosso».
4 Or quelli che erano presenti dissero: «Insulti tu il sommo sacerdote di Dio?».
5 Paolo rispose: «Non sapevo, fratelli, che egli fosse sommo sacerdote, perché sta scritto: "Tu non dirai male del principe del tuo popolo"».
6 Paolo quindi, sapendo che una parte dei presenti era composta di sadducei e l'altra di farisei gridò a quelli del sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei, è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che vengo giudicato».
7 Appena egli disse questo, nacque un dissenso fra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si divise;
8 infatti i sadducei dicono che non vi è risurrezione né angelo, né spirito, mentre i farisei affermano l'una e l'altra cosa.
9 Si fece allora un grande clamore. Gli scribi del partito dei farisei, alzatisi, protestavano con forza e dicevano: «Noi non troviamo nulla di male in quest'uomo; e se uno spirito o un angelo gli avesse parlato? Non combattiamo contro Dio».
10 Ora siccome il dissenso andava aumentando, il tribuno, per timore che Paolo fosse fatto a pezzi da loro, ordinò ai soldati di scendere e di portarlo via dal loro mezzo, e di ricondurlo nella fortezza.
11 La notte seguente, il Signore si presentò a lui e disse: «Paolo, coraggio, perché come tu hai reso testimonianza di me in Gerusalemme, cosí bisogna che tu la renda anche a Roma».
12 Quando fu giorno, certi Giudei tramarono una congiura obbligandosi con giuramento esecratorio a non mangiare né bere, finché non avessero ucciso Paolo.
13 Erano piú di quaranta quelli che avevano fatto questa congiura.
14 Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: «Noi ci siamo impegnati con giuramento di non assaggiare alcuna cosa, finché non abbiamo ucciso Paolo.
15 Or dunque voi con il sinedrio fate una petizione al tribuno perché domani ve lo riconduca, come se voleste indagare piú a fondo sul suo caso, e noi, prima che si avvicini, saremo pronti ad ucciderlo».
16 Ma il figlio della sorella di Paolo, venuto a conoscenza dell'agguato corse alla fortezza e, entrato, lo riferí a Paolo.
17 Allora Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: «Conduci questo giovane dal tribuno, perché ha qualcosa da comunicargli».
18 Egli dunque lo prese, lo condusse dal tribuno e disse: «Paolo, quel prigioniero, mi ha chiamato e mi ha pregato di condurti questo giovane, che ha qualcosa da dirti».
19 Allora il tribuno, presolo per mano, lo condusse in disparte e domandò: «Che cosa hai da riferirmi?».
20 Egli disse: «I Giudei si sono accordati per chiederti che domani tu conduca Paolo giú nel sinedrio, come se volessero investigare piú a fondo il suo caso.
21 Perciò tu non dar loro ascolto, perché piú di quaranta uomini di loro, stanno in agguato per prenderlo, essendosi impegnati con un voto di non mangiare né bere, finché non l'abbiano ucciso; ed ora sono pronti, aspettando che tu lo permetta loro».
22 Il tribuno dunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatto sapere queste cose.
23 Poi, chiamati due centurioni, disse loro: «Tenete pronti fin dalle ore tre della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andare fino a Cesare».
24 Disse loro ancora di tenere pronte delle cavalcature per farvi montare su Paolo e condurlo sano e salvo dal governatore Felice.
25 Egli scrisse pure una lettera di questo tenore:
26 «Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.
27 Quest'uomo era stato preso dai Giudei e stava per essere da loro ucciso, quando io sopraggiunsi con i soldati e lo liberai, avendo inteso che era cittadino romano.
28 Volendo poi sapere la colpa di cui l'accusavano, l'ho condotto nel loro sinedrio.
29 Ho cosí trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge e che non c'era in lui alcuna colpa degna di morte né di prigione.
30 Quando poi mi fu riferito dell'agguato che i Giudei tendevano a quest'uomo, te l'ho subito mandato, ordinando pure ai suoi accusatori di esporre davanti a te le rimostranze che hanno contro di lui. Sta' bene!».
31 I soldati dunque, secondo ch'era stato loro ordinato, presero in consegna Paolo e lo condussero di notte ad Antipàdride.
32 IL giorno seguente, lasciato ai cavalieri il compito di andare con lui, ritornarono alla fortezza.
33 Quelli giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo.
34 Dopo aver letto la lettera, il governatore domandò a Paolo di quale provincia fosse; e, saputo che era della Cilicia,
35 gli disse: «Io ti ascolterò quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori». E ordinò che fosse custodito nel palazzo di Erode.
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