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Old/New Testament

Each day includes a passage from both the Old Testament and New Testament.
Duration: 365 days
Nuova Riveduta 1994 (NR1994)
Version
Salmi 35-36

Preghiera di Davide a causa dei suoi nemici

35 (A)Di *Davide.
O Signore, contendi contro
i miei avversari,
combatti contro quelli che mi
combattono.

Prendi il piccolo scudo e il grande
scudo, e vieni in mio aiuto.

Tira fuori la lancia e chiudi la via
ai miei persecutori;
dimmi: «Sono io la tua salvezza».

Siano confusi e svergognati
quelli che cercano di togliermi la vita;
si ritirino e siano umiliati
quelli che meditano la mia rovina.

Siano come pula al vento,
e l'angelo del Signore li scacci.

Sia la loro via tenebrosa
e sdrucciolevole,
e l'angelo del Signore li insegua.

Poiché, senza motivo, m'hanno teso di nascosto la loro rete,
senza motivo hanno scavato una fossa per togliermi la vita.

Sventura li colga all'improvviso
e siano presi nella rete ch'essi hanno
nascosta;
cadano nella trappola preparata
per me.

Allora l'anima mia esulterà nel
Signore,
mi rallegrerò della sua salvezza.

10 Tutte le mie ossa diranno: «O Signore, chi è simile a te
che liberi il povero da chi è piú forte
di lui,
il povero e il bisognoso da chi vuol
derubarlo?»

11 Si alzano contro di me perfidi
testimoni;
mi interrogano su cose delle quali non so nulla.

12 Mi rendono male per bene;
desolata è l'anima mia.

13 Eppure, io, quand'erano malati,
vestivo il cilicio,
affliggevo l'anima mia con il digiuno,
e pregavo con il capo chino sul petto[a].

14 Camminavo triste come per
la perdita d'un amico, d'un fratello,
andavo chino e oscuro in volto,
come uno che pianga sua madre.

15 Ma, quando io vacillo, essi si
rallegrano, si radunano;
si raduna contro di me gente abietta che io non conosco;
mi lacerano senza posa.

16 Quei profani, come buffoni
da mensa,
digrignano i denti contro di me.

17 O Signore, fino a quando starai
a guardare?
Allontana l'anima mia dalla loro
malvagità,
l'unica mia, da quelle belve.

18 Io ti celebrerò nella grande
assemblea,
ti loderò in mezzo a un popolo
numeroso.

19 Non si rallegrino di me quelli che
a torto mi sono nemici,
né strizzino l'occhio quelli che
m'odiano senza motivo[b].

20 Poiché non parlano di pace,
anzi meditano inganni contro la gente pacifica del paese.

21 Aprono larga la bocca contro di me
e dicono: «Ah, ah! Abbiamo visto con
i nostri occhi».

22 Anche tu hai visto, o Signore;
non tacere!
O Signore, non allontanarti da me.

23 Risvégliati, déstati per farmi
giustizia,
o mio Dio, mio Signore, per difender
la mia causa.

24 Giudica secondo la tua giustizia,
o Signore, Dio mio;
fa' ch'essi non si rallegrino di me,

25 che non dicano in cuor loro:
«Ah, ecco il nostro desiderio!»
Che non dicano: «Lo abbiamo
divorato».

26 Siano tutti insieme svergognati
e confusi
quelli che si rallegrano dei miei mali;
siano ricoperti di vergogna e disonore
quelli che s'innalzano superbi contro
di me.

27 Cantino e si rallegrino
quelli che si compiacciono della mia
giustizia,
e possano sempre dire: «Glorificato sia il Signore
che vuole la pace del suo servo!»

28 La mia lingua celebrerà la tua
giustizia,
esprimerà la tua lode per sempre.

L'empio e il suo castigo

36 (B)Al direttore del coro. Di *Davide, servo del Signore.
L'*iniquità parla all'empio nell'intimo del suo cuore;
non c'è timor di Dio davanti agli
occhi suoi[c].

Essa lo illude che la sua empietà non sarà scoperta
né presa in odio.

Le parole della sua bocca sono
iniquità e inganno;
egli rifiuta d'essere giudizioso e di fare il bene.

Medita iniquità sul suo letto;
si tiene nella via che non è buona;
non odia il male.

O Signore, la tua benevolenza
giunge fino al cielo,
la tua fedeltà fino alle nuvole.

La tua giustizia s'innalza come
le montagne piú alte,
i tuoi giudizi sono profondi come
il grande oceano.
O Signore, tu soccorri uomini e bestie.

O Dio, com'è preziosa la tua
benevolenza!
Perciò i figli degli uomini cercano
rifugio all'ombra delle tue ali,

si saziano dell'abbondanza[d] della tua casa,
e tu li disseti al torrente delle tue
delizie.

Poiché in te è la fonte della vita
e per la tua luce noi vediamo la luce.

10 Fa' giungere la tua benevolenza
a quelli che ti conoscono,
e la tua giustizia ai retti di cuore.

11 Non mi raggiunga il piede dei
superbi,
la mano degli empi non mi metta
in fuga.

12 Ecco, quelli che fanno il male sono caduti;
sono atterrati, e non possono risorgere.

Atti 25

Paolo davanti a Festo, il nuovo governatore

25 (A)*Festo, dunque, giunse nella sua provincia, e tre giorni dopo salí da *Cesarea a *Gerusalemme. I capi dei *sacerdoti e i notabili dei Giudei gli presentarono le loro accuse contro *Paolo; e con intenzioni ostili, lo pregavano, chiedendo come un favore, che lo facesse venire a Gerusalemme. Essi intanto avrebbero preparato un'imboscata per ucciderlo durante il viaggio. Ma Festo rispose che Paolo era custodito a Cesarea, e che egli stesso doveva partir presto. «Quelli dunque che hanno autorità tra di voi», disse egli, «scendano con me e se vi è in quest'uomo qualche colpa, lo accusino».

Rimasto tra di loro non piú di otto o dieci giorni, Festo discese a Cesarea; e il giorno dopo, sedendo in tribunale, ordinò che Paolo gli fosse condotto davanti. Quand'egli giunse, i Giudei che erano scesi da Gerusalemme lo circondarono, portando contro di lui numerose e gravi accuse, che non potevano provare; mentre Paolo diceva a sua difesa: «Io non ho peccato né contro la legge dei Giudei, né contro il *tempio, né contro *Cesare». Ma Festo, volendo far cosa gradita ai Giudei, disse a Paolo: «Vuoi salire a Gerusalemme ed essere giudicato in mia presenza intorno a queste cose?» 10 Ma Paolo rispose: «Io sto qui davanti al tribunale di Cesare, dove debbo essere giudicato; non ho fatto nessun torto ai Giudei, come anche tu sai molto bene. 11 Se dunque sono colpevole e ho commesso qualcosa da meritare la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle cose delle quali costoro mi accusano non c'è nulla di vero, nessuno mi può consegnare nelle loro mani. Io mi appello a Cesare». 12 Allora Festo, dopo aver conferito con il Consiglio, rispose: «Tu ti sei appellato a Cesare; a Cesare andrai».

Festo espone il caso di Paolo al re Agrippa

13 (B)Dopo diversi giorni il re *Agrippa e Berenice[a] arrivarono a Cesarea, per salutare Festo. 14 E poiché si trattennero là per molti giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo, dicendo: «Vi è un uomo che è stato lasciato in carcere da *Felice, 15 contro il quale, quando mi recai a Gerusalemme, i capi dei sacerdoti e gli *anziani dei Giudei sporsero denuncia, chiedendomi di condannarlo. 16 Risposi loro che non è abitudine dei Romani consegnare un accusato, prima che abbia avuto gli accusatori di fronte e gli sia stato dato modo di difendersi dall'accusa. 17 Quando dunque furono venuti qua, senza indugio, il giorno seguente, sedetti in tribunale e ordinai che quell'uomo mi fosse condotto davanti. 18 I suoi accusatori si presentarono, ma non gli imputavano nessuna delle cattive azioni che io supponevo. 19 Essi avevano contro di lui certe questioni intorno alla propria religione e intorno a un certo Gesú, morto, che Paolo affermava essere vivo. 20 E io, non conoscendo la procedura per questi casi, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme, e là essere giudicato intorno a queste cose. 21 Ma siccome Paolo aveva interposto appello per essere rimesso al giudizio dell'imperatore, ordinai che fosse custodito, finché non l'avessi inviato a Cesare».

22 Agrippa disse a Festo: «Vorrei anch'io ascoltare quest'uomo». Ed egli rispose: «Domani lo ascolterai».

23 Il giorno seguente, dunque, Agrippa e Berenice giunsero con gran pompa, ed entrarono nella sala d'udienza con i *tribuni e con i notabili della città; e, per ordine di Festo, fu condotto Paolo.

24 Allora Festo disse: «Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete quest'uomo, a proposito del quale una folla di Giudei si è rivolta a me, in Gerusalemme e qui, gridando che non deve piú restare in vita. 25 Io però non ho trovato che avesse fatto qualcosa meritevole di morte, e poiché egli stesso si è appellato all'imperatore, ho deciso di mandarglielo. 26 Siccome non ho nulla di certo da scrivere all'imperatore[b], l'ho condotto qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché, dopo questo esame, io abbia qualcosa da scrivere. 27 Perché non mi sembra ragionevole mandare un prigioniero, senza render note le accuse che vengono mosse contro di lui».

Nuova Riveduta 1994 (NR1994)

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