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M’Cheyne Bible Reading Plan

The classic M'Cheyne plan--read the Old Testament, New Testament, and Psalms or Gospels every day.
Duration: 365 days
Nuova Riveduta 1994 (NR1994)
Version
Giudici 21

Ristabilimento della tribú di Beniamino

21 (A)Gli uomini d'*Israele avevano giurato a Mispa, dicendo: «Nessuno di noi darà sua figlia in moglie a un *Beniaminita». Il popolo venne a *Betel, dove rimase fino alla sera in presenza di Dio; alzando la voce, pianse dirottamente e disse: «Signore, Dio d'Israele, perché mai è avvenuto questo in Israele? Perché oggi c'è in Israele una tribú di meno? Il giorno seguente, il popolo si alzò di buon mattino, costruí là un altare, e offrí olocausti e sacrifici di riconoscenza. I figli d'Israele dissero: «Chi è, fra tutte le tribú d'Israele, che non sia salito all'assemblea davanti al Signore?» Poiché avevano fatto questo giuramento solenne contro chiunque non fosse salito in presenza del Signore a Mispa: «Quel tale dovrà essere messo a morte». I figli d'Israele ebbero pietà di Beniamino, loro fratello, e dissero: «Oggi è stata soppressa una tribú d'Israele. Come faremo a procurare delle donne ai superstiti, visto che abbiamo giurato nel nome del Signore di non dar loro in moglie nessuna delle nostre figlie?» Dissero dunque: «Qual è fra le tribú d'Israele quella che non è salita in presenza del Signore a Mispa?» Ecco che nessuno di Iabes in *Galaad era venuto all' accampamento, all'assemblea; poiché, fatto il censimento del popolo, si trovò che là non vi era nessuno degli abitanti di Iabes in Galaad. 10 Allora la comunità mandò là dodicimila uomini fra i piú valorosi, e diede loro quest'ordine: «Andate, e passate a fil di spada gli abitanti di Iabes in Galaad, con le donne e i bambini. 11 Farete questo: voterete allo sterminio ogni maschio e ogni donna che ha avuto relazioni carnali con un uomo». 12 Quelli trovarono, fra gli abitanti di Iabes in Galaad, quattrocento fanciulle che non avevano avuto relazioni carnali con uomini e le condussero all'accampamento, a Silo, che è nel paese di *Canaan. 13 Tutta la comunità inviò dei messaggeri per parlare ai figli di Beniamino che erano al masso di Rimmon per annunziare loro la pace. 14 Allora i Beniaminiti tornarono e furono loro date le donne di Iabes in Galaad a cui era stata risparmiata la vita; ma non ve ne fu abbastanza per tutti.

15 Il popolo dunque ebbe pietà di Beniamino, perché il Signore aveva aperto una breccia fra le tribú d'Israele. 16 Gli *anziani della comunità dissero: «Come faremo a procurare delle donne ai superstiti, visto che le donne beniaminite sono state distrutte?» 17 Poi dissero: «Quelli che sono scampati rimangano in possesso di ciò che apparteneva a Beniamino, affinché non sia soppressa una tribú in Israele. 18 Ma noi non possiamo dar loro le nostre figlie in moglie». Poiché i figli d'Israele avevano giurato, dicendo: «Maledetto chi darà una moglie a Beniamino!» 19 Allora dissero: «Ecco, ogni anno si fa una *festa in onore del Signore a Silo, che è a nord di Betel, a oriente della strada che sale da Betel a Sichem e a *mezzogiorno di Lebna». 20 Diedero quest'ordine ai figli di Beniamino: «Andate e fate un'imboscata nelle vigne; 21 state attenti, e quando le figlie di Silo usciranno per danzare in gruppo, sbucherete dalle vigne; ciascuno rapirà una delle figlie di Silo per prenderla in moglie e ve ne andrete nel paese di Beniamino. 22 Quando i loro padri o i loro fratelli verranno a lamentarsi con noi, noi diremo loro: “Datecele, per favore, poiché in questa guerra non abbiamo preso una donna per uno. Inoltre non siete voi che gliele avete date; in quel caso, voi sareste colpevoli”». 23 I figli di Beniamino fecero a quel modo: si presero delle mogli, secondo il loro numero, fra le danzatrici; le rapirono, poi partirono e tornarono nella loro eredità, ricostruirono le città e vi stabilirono la loro dimora. 24 In quel medesimo tempo, i figli d'Israele se ne andarono di là e tornarono ciascuno nella sua tribú e nella sua famiglia, ciascuno nel luogo della sua eredità. 25 In quel tempo, non c'era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio.

Atti 25

Paolo davanti a Festo, il nuovo governatore

25 (A)*Festo, dunque, giunse nella sua provincia, e tre giorni dopo salí da *Cesarea a *Gerusalemme. I capi dei *sacerdoti e i notabili dei Giudei gli presentarono le loro accuse contro *Paolo; e con intenzioni ostili, lo pregavano, chiedendo come un favore, che lo facesse venire a Gerusalemme. Essi intanto avrebbero preparato un'imboscata per ucciderlo durante il viaggio. Ma Festo rispose che Paolo era custodito a Cesarea, e che egli stesso doveva partir presto. «Quelli dunque che hanno autorità tra di voi», disse egli, «scendano con me e se vi è in quest'uomo qualche colpa, lo accusino».

Rimasto tra di loro non piú di otto o dieci giorni, Festo discese a Cesarea; e il giorno dopo, sedendo in tribunale, ordinò che Paolo gli fosse condotto davanti. Quand'egli giunse, i Giudei che erano scesi da Gerusalemme lo circondarono, portando contro di lui numerose e gravi accuse, che non potevano provare; mentre Paolo diceva a sua difesa: «Io non ho peccato né contro la legge dei Giudei, né contro il *tempio, né contro *Cesare». Ma Festo, volendo far cosa gradita ai Giudei, disse a Paolo: «Vuoi salire a Gerusalemme ed essere giudicato in mia presenza intorno a queste cose?» 10 Ma Paolo rispose: «Io sto qui davanti al tribunale di Cesare, dove debbo essere giudicato; non ho fatto nessun torto ai Giudei, come anche tu sai molto bene. 11 Se dunque sono colpevole e ho commesso qualcosa da meritare la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle cose delle quali costoro mi accusano non c'è nulla di vero, nessuno mi può consegnare nelle loro mani. Io mi appello a Cesare». 12 Allora Festo, dopo aver conferito con il Consiglio, rispose: «Tu ti sei appellato a Cesare; a Cesare andrai».

Festo espone il caso di Paolo al re Agrippa

13 (B)Dopo diversi giorni il re *Agrippa e Berenice[a] arrivarono a Cesarea, per salutare Festo. 14 E poiché si trattennero là per molti giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo, dicendo: «Vi è un uomo che è stato lasciato in carcere da *Felice, 15 contro il quale, quando mi recai a Gerusalemme, i capi dei sacerdoti e gli *anziani dei Giudei sporsero denuncia, chiedendomi di condannarlo. 16 Risposi loro che non è abitudine dei Romani consegnare un accusato, prima che abbia avuto gli accusatori di fronte e gli sia stato dato modo di difendersi dall'accusa. 17 Quando dunque furono venuti qua, senza indugio, il giorno seguente, sedetti in tribunale e ordinai che quell'uomo mi fosse condotto davanti. 18 I suoi accusatori si presentarono, ma non gli imputavano nessuna delle cattive azioni che io supponevo. 19 Essi avevano contro di lui certe questioni intorno alla propria religione e intorno a un certo Gesú, morto, che Paolo affermava essere vivo. 20 E io, non conoscendo la procedura per questi casi, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme, e là essere giudicato intorno a queste cose. 21 Ma siccome Paolo aveva interposto appello per essere rimesso al giudizio dell'imperatore, ordinai che fosse custodito, finché non l'avessi inviato a Cesare».

22 Agrippa disse a Festo: «Vorrei anch'io ascoltare quest'uomo». Ed egli rispose: «Domani lo ascolterai».

23 Il giorno seguente, dunque, Agrippa e Berenice giunsero con gran pompa, ed entrarono nella sala d'udienza con i *tribuni e con i notabili della città; e, per ordine di Festo, fu condotto Paolo.

24 Allora Festo disse: «Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete quest'uomo, a proposito del quale una folla di Giudei si è rivolta a me, in Gerusalemme e qui, gridando che non deve piú restare in vita. 25 Io però non ho trovato che avesse fatto qualcosa meritevole di morte, e poiché egli stesso si è appellato all'imperatore, ho deciso di mandarglielo. 26 Siccome non ho nulla di certo da scrivere all'imperatore[b], l'ho condotto qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché, dopo questo esame, io abbia qualcosa da scrivere. 27 Perché non mi sembra ragionevole mandare un prigioniero, senza render note le accuse che vengono mosse contro di lui».

Geremia 35

I Recabiti

35 (A)Ecco la parola che fu rivolta a *Geremia da parte del Signore, al tempo di Ioiachim, figlio di *Giosia, re di *Giuda:

«Va' alla casa dei Recabiti, e parla loro; conducili nella casa del Signore, in una delle camere, e offri loro del vino da bere». Allora io presi Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabazzinia, i suoi fratelli, tutti i suoi fratelli, tutti i suoi figli e tutta la casa dei Recabiti, e li condussi nella casa del Signore, nella camera dei figli di Anan, figlio d'Igdalia, uomo di Dio, la quale era vicino alla camera dei capi, sopra la camera di Maaseia, figlio di Sallum, guardiano della soglia; misi davanti ai figli della casa dei Recabiti delle brocche piene di vino e delle coppe, e dissi loro: «Bevete del vino». Ma quelli risposero: «Noi non beviamo vino; perché Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, ce l'ha proibito, dicendo: “Non berrete mai vino, né voi né i vostri figli per sempre; non costruirete case, non seminerete nessuna semenza, non pianterete vigne, e non ne possederete nessuna, ma abiterete in tende tutti i giorni della vostra vita, affinché viviate lungamente nel paese dove state come forestieri”. Noi abbiamo ubbidito alla voce di Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi, che le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie; non costruiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né semente; 10 abitiamo in tende e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Ionadab, nostro padre, ci ha comandato. 11 Ma quando *Nabucodonosor, re di *Babilonia, è salito contro il paese, abbiamo detto: “Venite, ritiriamoci a *Gerusalemme, per paura dell'esercito dei *Caldei e dell'esercito di *Siria”. Cosí ci siamo stabiliti a Gerusalemme».

12 (B)Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia in questi termini: 13 «Cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'*Israele: Va' e di' agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: “Non riceverete voi dunque la lezione, imparando a ubbidire alle mie parole?” dice il Signore. 14 “Le parole di Ionadab, figlio di Recab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica; ed essi fino a oggi non hanno bevuto vino, in ubbidienza all'ordine del padre loro; io vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non mi avete dato ascolto; 15 ho continuato a mandarvi ogni mattina tutti i miei servitori, i *profeti, per dirvi: «Convertitevi ciascuno dalla sua via malvagia; cambiate comportamento; non andate dietro ad altri dèi per servirli, e abiterete nel paese che ho dato a voi e ai vostri padri», ma voi non avete prestato orecchio, e non mi avete ubbidito. 16 Sí, i figli di Ionadab, figlio di Recab, hanno messo in pratica l'ordine dato dal padre loro, ma questo popolo non mi ha ubbidito!” 17 Perciò, cosí parla il Signore, Dio degli eserciti, Dio d'Israele: “Ecco, io faccio venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho pronunziato contro di loro, perché ho parlato loro, ed essi non hanno ascoltato; perché li ho chiamati, ed essi non hanno risposto”».

18 Alla casa dei Recabiti Geremia disse: «Cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: “Poiché avete ubbidito all'ordine di Ionadab, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi precetti e avete fatto tutto quello che egli vi aveva prescritto”, 19 cosí parla il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: “A Ionadab, figlio di Recab, non verranno mai a mancare discendenti che stiano davanti alla mia faccia”».

Salmi 7-8

Preghiera del giusto nella persecuzione

(A)Lamento che *Davide cantò
al Signore, a proposito di Cus
il *Beniaminita.
O Signore, Dio mio, in te confido;
salvami da chi mi perseguita, liberami;

affinché il nemico, come un leone,
non sbrani l'anima mia lacerandola,
senza che alcuno mi liberi.

O Signore, Dio mio, se ho fatto cosí:
se c'è perversità nelle mie mani,

se ho reso male per bene a chi viveva in pace con me
(io che ho lasciato andar libero colui che mi era nemico senza ragione)

il mio nemico perseguiti pure la mia anima e la raggiunga,
calpesti al suolo la mia vita e getti pure la mia gloria nella polvere. [Pausa]

Ergiti, o Signore, nell'ira tua,
innàlzati contro il furore dei miei
nemici,
e dèstati in mio favore.

Tu hai decretato il giudizio.
L'assemblea dei popoli ti circondi,
e sali a sedere al di sopra d'essa in
luogo elevato.

Il Signore giudica i popoli;
giudica me, o Signore,
secondo la mia giustizia e la mia
integrità.

Fa' che cessi la malvagità degli empi,
ma sostieni il giusto;
poiché sei il Dio giusto che conosce
i cuori e i reni.

10 Dio è il mio scudo:
egli salva gli uomini retti.

11 Dio è un giusto giudice,
un Dio che si sdegna ogni giorno.

12 Se il malvagio non si converte,
egli affila la sua spada;
egli ha teso l'arco suo e lo tiene pronto;

13 dispone contro di lui strumenti
di morte;
le sue frecce le rende infocate.

14 Ecco, il malvagio è in doglie per
produrre *iniquità.
Egli ha concepito malizia e partorisce
menzogna.

15 Ha scavato una fossa e l'ha fatta
profonda,
ma è caduto nella fossa che ha
preparata.

16 La sua malizia gli ripiomberà
sul capo,
la sua violenza gli ricadrà sulla testa.

17 Io loderò il Signore per la sua
giustizia,
salmeggerò al nome del Signore,
l'Altissimo.

Gloria di Dio nella creazione

(B)Al direttore del coro. Sulla Ghittea. Salmo di *Davide.
O Signore, Signore nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!
Tu hai posto la tua maestà nei cieli.

Dalla bocca dei bambini e dei
lattanti hai tratto una forza, a causa dei
tuoi nemici,
per ridurre al silenzio l'avversario
e il vendicatore.

Quand'io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai disposte,

che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi?
Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?

Eppure tu l'hai fatto solo di poco
inferiore a Dio[a],
e l'hai coronato di gloria[b] e d'onore.

Tu lo hai fatto dominare sulle opere
delle tue mani,
hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi[c]:

pecore e buoi tutti quanti
e anche le bestie selvatiche della
campagna;

gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
tutto quel che percorre i sentieri
dei mari.

O Signore, Signore nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!

Nuova Riveduta 1994 (NR1994)

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