ΠΡΑΞΕΙΣ ΤΩΝ ΑΠΟΣΤΟΛΩΝ 25
1550 Stephanus New Testament
25 φηστος ουν επιβας τη επαρχια μετα τρεις ημερας ανεβη εις ιεροσολυμα απο καισαρειας
2 ενεφανισαν δε αυτω ο αρχιερευς και οι πρωτοι των ιουδαιων κατα του παυλου και παρεκαλουν αυτον
3 αιτουμενοι χαριν κατ αυτου οπως μεταπεμψηται αυτον εις ιερουσαλημ ενεδραν ποιουντες ανελειν αυτον κατα την οδον
4 ο μεν ουν φηστος απεκριθη τηρεισθαι τον παυλον εν καισαρεια εαυτον δε μελλειν εν ταχει εκπορευεσθαι
5 οι ουν δυνατοι εν υμιν φησιν συγκαταβαντες ει τι εστιν εν τω ανδρι τουτω κατηγορειτωσαν αυτου
6 διατριψας δε εν αυτοις ημερας πλειους η δεκα καταβας εις καισαρειαν τη επαυριον καθισας επι του βηματος εκελευσεν τον παυλον αχθηναι
7 παραγενομενου δε αυτου περιεστησαν οι απο ιεροσολυμων καταβεβηκοτες ιουδαιοι πολλα και βαρεα αιτιαματα φεροντες κατα του παυλου α ουκ ισχυον αποδειξαι
8 απολογουμενου αυτου οτι ουτε εις τον νομον των ιουδαιων ουτε εις το ιερον ουτε εις καισαρα τι ημαρτον
9 ο φηστος δε τοις ιουδαιοις θελων χαριν καταθεσθαι αποκριθεις τω παυλω ειπεν θελεις εις ιεροσολυμα αναβας εκει περι τουτων κρινεσθαι επ εμου
10 ειπεν δε ο παυλος επι του βηματος καισαρος εστως ειμι ου με δει κρινεσθαι ιουδαιους ουδεν ηδικησα ως και συ καλλιον επιγινωσκεις
11 ει μεν γαρ αδικω και αξιον θανατου πεπραχα τι ου παραιτουμαι το αποθανειν ει δε ουδεν εστιν ων ουτοι κατηγορουσιν μου ουδεις με δυναται αυτοις χαρισασθαι καισαρα επικαλουμαι
12 τοτε ο φηστος συλλαλησας μετα του συμβουλιου απεκριθη καισαρα επικεκλησαι επι καισαρα πορευση
13 ημερων δε διαγενομενων τινων αγριππας ο βασιλευς και βερνικη κατηντησαν εις καισαρειαν ασπασομενοι τον φηστον
14 ως δε πλειους ημερας διετριβον εκει ο φηστος τω βασιλει ανεθετο τα κατα τον παυλον λεγων ανηρ τις εστιν καταλελειμμενος υπο φηλικος δεσμιος
15 περι ου γενομενου μου εις ιεροσολυμα ενεφανισαν οι αρχιερεις και οι πρεσβυτεροι των ιουδαιων αιτουμενοι κατ αυτου δικην
16 προς ους απεκριθην οτι ουκ εστιν εθος ρωμαιοις χαριζεσθαι τινα ανθρωπον εις απωλειαν πριν η ο κατηγορουμενος κατα προσωπον εχοι τους κατηγορους τοπον τε απολογιας λαβοι περι του εγκληματος
17 συνελθοντων ουν αυτων ενθαδε αναβολην μηδεμιαν ποιησαμενος τη εξης καθισας επι του βηματος εκελευσα αχθηναι τον ανδρα
18 περι ου σταθεντες οι κατηγοροι ουδεμιαν αιτιαν επεφερον ων υπενοουν εγω
19 ζητηματα δε τινα περι της ιδιας δεισιδαιμονιας ειχον προς αυτον και περι τινος ιησου τεθνηκοτος ον εφασκεν ο παυλος ζην
20 απορουμενος δε εγω εις την περι τουτου ζητησιν ελεγον ει βουλοιτο πορευεσθαι εις ιερουσαλημ κακει κρινεσθαι περι τουτων
21 του δε παυλου επικαλεσαμενου τηρηθηναι αυτον εις την του σεβαστου διαγνωσιν εκελευσα τηρεισθαι αυτον εως ου πεμψω αυτον προς καισαρα
22 αγριππας δε προς τον φηστον εφη εβουλομην και αυτος του ανθρωπου ακουσαι ο δε αυριον φησιν ακουση αυτου
23 τη ουν επαυριον ελθοντος του αγριππα και της βερνικης μετα πολλης φαντασιας και εισελθοντων εις το ακροατηριον συν τε τοις χιλιαρχοις και ανδρασιν τοις κατ εξοχην ουσιν της πολεως και κελευσαντος του φηστου ηχθη ο παυλος
24 και φησιν ο φηστος αγριππα βασιλευ και παντες οι συμπαροντες ημιν ανδρες θεωρειτε τουτον περι ου παν το πληθος των ιουδαιων ενετυχον μοι εν τε ιεροσολυμοις και ενθαδε επιβοωντες μη δειν ζην αυτον μηκετι
25 εγω δε καταλαβομενος μηδεν αξιον θανατου αυτον πεπραχεναι και αυτου δε τουτου επικαλεσαμενου τον σεβαστον εκρινα πεμπειν αυτον
26 περι ου ασφαλες τι γραψαι τω κυριω ουκ εχω διο προηγαγον αυτον εφ υμων και μαλιστα επι σου βασιλευ αγριππα οπως της ανακρισεως γενομενης σχω τι γραψαι
27 αλογον γαρ μοι δοκει πεμποντα δεσμιον μη και τας κατ αυτου αιτιας σημαναι
Atti 25
La Bibbia della Gioia
25 Tre giorni dopo aver assunto lʼincarico nella sua provincia, Festo lasciò Cesarèa e si recò a Gerusalemme. 2 Allora vennero da lui i capi sacerdoti e i Giudei più importanti per presentargli le loro accuse contro Paolo; 3 e pregarono Festo di mandarlo a Gerusalemme. La loro intenzione era di tendergli un agguato e ucciderlo durante il viaggio. 4 Ma Festo rispose che Paolo era tenuto in custodia a Cesarèa, dove egli stesso doveva tornare quanto prima. 5 «Quelli che si occupano di questo affare», aggiunse Festo, «devono venire con me a Cesarèa per il processo».
Inizia il processo
6 Dopo una decina di giorni, Festo tornò a Cesarèa e, il giorno successivo, aprì il processo contro Paolo.
7 Quando Paolo arrivò in tribunale, i Giudei venuti da Gerusalemme lo circondarono, lanciandogli contro accuse molto pesanti, che però non potevano provare. 8 Paolo diceva in sua difesa: «Io non ho fatto niente di male né contro la legge dei Giudei, né contro il tempio, e neppure contro Cesare».
9 Allora Festo, per entrare nelle grazie dei Giudei, chiese a Paolo: «Accetti di andare a Gerusalemme? Per queste accuse potresti essere processato là in mia presenza…»
10-11 Ma Paolo rispose: «No, anzi, chiedo il privilegio di essere ascoltato dallʼimperatore stesso! Voi sapete molto bene che non sono colpevole. Se ho fatto qualche cosa che merita la morte, non sarò io a tirarmi indietro! Ma se sono innocente, né tu, né nessun altro avete il diritto di consegnarmi a costoro che mi vogliono morto. Mʼappello a Cesare!»
12 Allora Festo, dopo aver conferito con i suoi consiglieri, rispose: «Benissimo, ti sei appellato a Cesare e da Cesare andrai!»
13 Dopo alcuni giorni, il re Agrippa, insieme con sua sorella Berenice, venne a far visita a Festo. 14 Siccome si trattennero per diversi giorni, Festo parlò al re del caso di Paolo. «Abbiamo qui un prigioniero», gli disse, «il cui caso mi è stato lasciato da Felice. 15 Quandʼero a Gerusalemme, i capi sacerdoti e gli anziani mi hanno dato la loro versione dei fatti ed hanno chiesto di condannarlo. 16 Naturalmente ho subito detto loro che non rientra nella legge romana condannare un uomo prima del processo. Gli si deve dare la possibilità di difendersi faccia a faccia con i suoi accusatori.
17 Quando i capi sacerdoti e gli anziani Giudei sono venuti per il processo, io, senza perdere tempo, ho fissato lʼudienza per il giorno dopo e ho ordinato che fosse portato Paolo. 18 Ma le accuse fatte contro di lui non erano proprio quelle che mi aspettavo. 19 Si tratta di una questione che riguarda la loro religione… un certo Gesù che morì, ma che, secondo Paolo, è tuttora vivo. 20 Io ero molto perplesso. Come portare avanti un caso di questo genere? Allora ho chiesto a Paolo se voleva andare a Gerusalemme per essere processato in quella città. 21 Invece lui si è appellato a Cesare. Così ho ordinato che fosse di nuovo rinchiuso in prigione, dove resterà finché non lo manderò dallʼimperatore».
22 «Mi piacerebbe proprio sentire questʼuomo!» esclamò Agrippa.
«Domani ne avrai lʼoccasione», rispose Festo. 23 Il giorno seguente, il re Agrippa e Berenice arrivarono in pompa magna nella sala dʼudienza, accompagnati dagli ufficiali e dagli uomini importanti della città. Festo allora ordinò che fosse portato Paolo.
24 Poi si rivolse ai presenti: «Re Agrippa e voi tutti qui presenti», disse, «questo è lʼuomo, per cui i Giudei di questa città e quelli di Gerusalemme chiedono la pena di morte! 25 Secondo me, però, costui non ha fatto niente che meriti tale condanna. Siccome lo stesso imputato sʼè appellato a Cesare, non ho altra alternativa: glielo manderò. 26 Ma che cosa devo scrivere allʼimperatore? In effetti, non ci sono contro di lui accuse che reggano. Perciò lʼho portato qui, davanti a tutti voi, e specialmente davanti a te, re Agrippa, perché dopo questʼesame, tu mi dica cosa devo scrivere. 27 Mi pare assurdo mandare un prigioniero allʼimperatore, senza precisare di che cosa sia accusato!»
Atti 25
La Nuova Diodati
25 Quando Festo giunse nella provincia, tre giorni dopo salí da Cesarea a Gerusalemme.
2 Il sommo sacerdote e i capi dei Giudei gli presentarono le loro accuse contro Paolo e lo supplicavano,
3 chiedendogli nei riguardi di Paolo il favore di farlo trasferire a Gerusalemme; cosí essi lo avrebbero ucciso in un'imboscata lungo la strada.
4 Ma Festo rispose che Paolo era custodito a Cesarea, e che egli stesso sarebbe presto andato là.
5 «Perciò le persone influenti tra di voi», disse egli, «scendano con me; e se vi è alcuna colpa in quest'uomo, lo accusino».
6 Fermatosi tra loro non piú di otto o dieci giorni, Festo discese a Cesarea; il giorno seguente sedette in tribunale e ordinò che gli fosse portato Paolo.
7 Quando egli giunse, i Giudei che erano discesi da Gerusalemme lo attorniarono, portando contro a Paolo molte e gravi accuse, che però non potevano provare.
8 Paolo diceva a sua difesa: «Io non ho peccato né contro la legge dei Giudei né contro il tempio né contro Cesare».
9 Ma Festo, volendo far cosa grata ai Giudei, rispose a Paolo e disse: «Vuoi tu salire a Gerusalemme per esservi giudicato davanti a me intorno a queste cose?».
10 Allora Paolo disse: «Io sto davanti al tribunale di Cesare, dove devo essere giudicato, io non ho fatto alcun torto ai Giudei, come tu stesso sai molto bene.
11 Se ho fatto del male e ho commesso qualche cosa degna di morte, non rifiuto di morire, ma se non c'è nulla di vero nelle cose delle quali costoro mi accusano, nessuno può consegnarmi nelle loro mani. Mi appello a Cesare»
12 Allora Festo, dopo aver conferito col consiglio, rispose: «Ti sei appellato a Cesare; a Cesare andrai».
13 Alcuni giorni dopo, il re Agrippa e Berenice arrivarono a Cesarea per salutare Festo.
14 E poiché vi si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re il caso di Paolo, dicendo: «Felice ha lasciato prigioniero un certo uomo,
15 contro il quale, quando io fui a Gerusalemme, i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei presentarono accuse, chiedendo la sua condanna.
16 Io risposi loro che non è abitudine dei Romani di consegnare alcuno per la morte prima che l'accusato sia stato messo a confronto con i suoi accusatori, e gli sia stato dato modo di difendersi dall'accusa.
17 Perciò, quando essi si radunarono qui, senza frapporre indugi, il giorno seguente mi sedetti in tribunale e ordinai di portarmi quest'uomo.
18 Quando i suoi accusatori si alzarono, non addussero contro di lui alcuna accusa delle cose che io sospettavo.
19 Ma avevano solamente dei punti di disaccordo sulla loro religione e intorno a un certo Gesú, morto, che Paolo diceva essere vivente.
20 Ora, essendo io perplesso davanti a una controversia del genere, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme e là essere giudicato intorno a queste cose.
21 Ma, essendosi Paolo appellato ad Augusto per rimettersi al suo giudizio, ordinai che fosse custodito finché non potrò mandarlo da Cesare».
22 Agrippa disse a Festo: «Vorrei ascoltare anch'io quest'uomo». Ed egli rispose: «Domani l'ascolterai».
23 Cosí il giorno seguente Agrippa e Berenice vennero con grande pompa e, entrati nella sala dell'udienza con i tribuni e con i notabili della città, per ordine di Festo Paolo fu condotto lí.
24 Allora Festo disse: «Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi voi vedete costui circa il quale tutta la moltitudine dei Giudei si è rivolta a me in Gerusalemme e qui, gridando che non è piú degno di vivere,
25 Io però, avendo riscontrato che non ha fatto alcuna cosa degna di morte ed essendosi egli stesso appellato ad Augusto, ho deliberato di mandarlo.
26 E, siccome non ho nulla di certo da scrivere all'imperatore nei suoi confronti, l'ho condotto qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché dopo questa udienza io possa avere qualcosa da scrivere.
27 Mi pare infatti irragionevole mandare un prigioniero senza indicare le accuse fatte contro di lui».
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